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    Una visita di controllo almeno una volta all'anno può prevenire problemi anche gravi a denti e gengive. Se non affrontati in tempo, tali problemi possono portare a complicanze più serie per la salute della tua bocca.

L'igiene orale professionale (detta anche detartrasi o ablazione del tartaro) è una pulizia accurata dei denti il cui scopo è quello di rimuovere sia il tartaro sopra-gengivale che quello sotto-gengivale, non visibile e non raggiungibile dallo spazzolino, responsabile dell'insorgenza di infiammazione gengivale che può progredire verso i tessuti di sostegno del dente, dando vita alla patologia parodontale, che si manifesta con recessioni gengivali, mobilità dentale e perdita dei denti.


COS'È IL TARTARO

Il tartaro, chiamato anche calcolo, è formato dall'insieme dei depositi minerali fortemente adesi ai denti e colonizzati dai batteri. I depositi si possono trovare sia sulla superficie esterna dei denti (tartaro sopra-gengivale), sia all'interno della gengiva e nelle tasche parodontali (tartaro sotto-gengivale). Il colore che il tartaro può assumere cambia solitamente a seconda delle sostanze con le quali viene a contatto: può variare dal giallo -biancastro delle concrezioni calcaree localizzate lungo il margine gengivale, al marrone scuro dovuto al tabacco o ai pigmenti derivati dal cibo, fino al nero del tartaro sottogengivale a causa dell'ossidazione del ferro di cui è ricca l'emoglobina del sangue che si trattiene su tali depositi a causa della gengivite che li accompagna.


DI COSA È COMPOSTO

Il tartaro è composto per il 70-80% da sali inorganici, di cui il 40% circa è calcio, il 20% fosforo ed il resto è dato da sodio, carbonato, manganese e fluoruro.


FORMAZIONE DEL TARTARO

Quando non viene eseguita un'adeguata igiene orale, i batteri si depositano nel cavo orale formando la placca, ossia una sottile pellicola densa, incolore, lungo la superficie dei denti. La placca costituirà, poi, la matrice per la successiva mineralizzazione del tartaro, che avverrà per precipitazione di sali minerali contenuti nella saliva. La composizione chimica ed il PH (ovvero il grado di acidità o basicità)della saliva sono i principali fattori che influenzano la formazione del tartaro, in quanto ne possono condizionare la quantità, la velocità di formazione e la sua composizione.

I depositi maggiori si trovano soprattutto in corrispondenza delle ghiandole salivari presenti sulla superficie esterna (vestibolare) dei molari superiori e sulla superficie interna (linguale) degli incisivi inferiori.

Formazione del tartaro

PREVENZIONE DAL TARTARO

Il modo più efficace per evitare la formazione del tartaro consiste nell'eseguire una corretta igiene orale, rimuovendo con un adeguato spazzolamento per almeno 2 minuti i residui di cibo e la placca che si depositano sui denti dopo ogni pasto, utilizzando come presidi il filo interdentale e/o scovolini ed il collutorio.
Accanto ad una accurata e quotidiana igiene orale domiciliare è importante pero' eseguire regolari visite di controllo periodiche dal dentista con sedute di detartrasi professionale nelle quali viene effettuata anche la lucidatura dei enti, che rendendo liscia la superficie dentale ostacola e rallenta l'adesione di nuova placca.
La periodicità e la frequenza della detartrasi varia in base a fattori individuali: l'affollamento dentale costituisce un evidente ostacolo ad un buon spazzolamento ed in tal caso occorre aumentare la frequenza di pulizia professionale.
In casi di parodontopatia o piorrea avanzata si impone allo stesso modo un maggior controllo con aumentata frequenza di pulizia professionale a causa della minore resistenza dei tessuti di sostegno del dente, cosi come nei casi di maggior velocità di formazione e deposito del tartaro.


Nella pratica dell'igiene professionale si utilizzano, per la rimozione dei depositi di tartaro e placca, strumenti a ultrasuoni e strumenti manuali.
Gli strumenti ad ultrasuoni sono più efficaci nella rimozione dei depositi molto voluminosi o nel distacco di quelli particolarmente duri o adesi; il loro uso è del tutto innocuo per la struttura del dente e ci si avvale di particolari punte che compiono un movimento vibratorio (fino a 20.000 vibrazioni al minuto).
Gli strumenti manuali, oltre che per il tartaro, servono anche per la levigatura radicolare e possono essere usati in siti particolarmente delicati per la maggiore sensibilità trasmessa dallo strumento alle dita dell'operatore.

Prima e dopo la detartrasi

COME SI USA LO SPAZZOLINO

Per ottenere denti e gengive sane è necessario spazzolare i denti dopo ogni pasto, per almeno 2 minuti, con un'attenzione particolare la sera prima di andare a letto.
Lo spazzolino deve avere setole arrotondate, una durezza media ed una grandezza giusta per poter raggiungere facilmente tutte le superfici dei denti. Esso va sostituito ogni 2-3 mesi o comunque non appena le setole iniziano a piegarsi o consumarsi in quanto uno spazzolino con le setole aperte e non più elastiche non solo non svolge più la sua funzione di rimuovere la placca ed i residui di cibo, ma può danneggiare anche i tessuti molli.
I denti andrebbero spazzolati entro 2 minuti dalla conclusione del pasto, in maniera tale da evitare l'adesione della placca batterica.
La corretta tecnica di spazzolamento è quella in cui lo spazzolino si posiziona a 45^ verso il margine gengivale e si eseguono piccoli movimenti rotatori in modo che le setole possano rimuovere la placca vicino al margine gengivale. Lo spazzolino va poi mosso sempre dalla gengiva verso il dente (il metodo “dal rosa al bianco”). in tale modo, per pulire i denti superiori, il movimento dello spazzolino deve essere dall'alto verso il basso; per pulire, invece, l'arcata inferiore il movimento corretto è dal basso verso l'alto.
La pulizia della parte masticatoria superiore dei denti posteriori va eseguita con uno spazzolamento orizzontale da dietro a davanti e viceversa.
Da ciò si capisce che la tecnica di spazzolamento in direzione sinistra-destra è totalmente inefficace, in quanto deposita solo la placca batterica negli interstizi dentali, favorendo l'insorgenza di carie ed il distacco della gengiva dai colletti dentali con antiestetiche recessioni ed aumento della sensibilità al caldo ed al freddo.


COME SI UTILIZZA IL FILO INTERDENTALE

Per eliminare la placca che si forma tra le superfici dentali non accessibili allo spazzolino è necessario l'uso quotidiano del filo interdentale.
Il filo (cerato o non cerato), della lunghezza di circa 40 cm, arrotolato intorno a ciascun dito medio, va inserito nello spazio tra i due denti, spinto delicatamente fino a toccare la gengiva e tirato verso l'esterno facendolo aderire bene alla parete di uno dei denti, la stessa azione va ripetuta nello stesso spazio facendo pero' aderire il filo alla superficie del dente affianco.
Se gli spazi, invece, sono larghi si utilizzano gli scovolini, disponibili in varie misure, che si inseriscono nello spazio interdentale e si fanno scorrere con un movimento di va e vieni.

Strumenti per l'igiene orale quotidiana